L'altro giorno in macchina stavo ascoltando la radio e hanno letto uno stralcio della lettera aperta che ha scritto Gianna Nannini alla figlia Penelope. Quelle poche parole mi hanno colpito...
Dio è donna. Lo capirai presto e lo capiremo insieme.
Ti chiamerò Penelope, perchè mi hai aspettato tanto prima di nascere. Hai aspettato che fossi pronta. per tre volte non lo sono stata, ma oggi lo sono. Tu, il più grande amore della mia vita, arrivi dopo il dolore profondo e lo choc. Ma ci ho creduto pienamente e ho sentito la forza per riuscirci e ti ho desiderata così tanto che oggi, mentre ti scrivo, ti ho dentro di me.
Ma forse ancora di più mi ha colpito lo stralcio del testo della canzone Io e te che la Nannini ha dedicato alla figlia e che farà parte dell'album che uscirà l'11 gennaio
Ogni tanto penso a te, sposti tutti i miei confini. Amor, che bello darti al mondo.
Mi piace pensare che Io e Te possa rimanere il mio inno all'amore, un amore grande che rivendichi il desiderio della donna e la sua libera scelta.
Com'è vero che i figli spostano tutti i tuoi confini, fin dai primi istanti di una gravidanza la vita assume un aspetto del tutto nuovo. Tutto quello che sembrava fondamentale non lo è più, si ridefiniscono i desideri, una nuova scala di importanze e priorità prende il sopravvento. Essere figlie, sorelle, mogli, amanti... nulla può essere paragonato all'essere madre. E' l'unico modo di amare veramente diverso da tutti gli altri; non è nemmeno più un modo di amare, ma forse un modo di essere.
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